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Movimento Blacklivesmatter
Il mondo si mobilita per la morte di George Floyd
di Viviana Scarpati
Da cosa è partito tutto?
Quello del razzismo, in America e non solo, è un grande anzi enorme problema.
Persone perdono la vita o vengono ingiustamente imprigionate poiché sono di colore.
La morte di George Floyd ha scosso il mondo e mobilitato decine di migliaia di persone che hanno fatto sentire la loro voce nelle piazze e sui social media.
Derek Chauvin, oramai ex poliziotto accusato della morte per asfissia di George Floyd, ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema del razzismo che continua ad affliggere la nostra epoca.Ci sono movimenti che credono nella supremazia dei bianchi sui neri come se esistessero più razze al mondo quando è noto che vi è una sola razza, quella umana.
Ricostruiamo l’accaduto.Nel Minnesota precisamente a Minneapolis George Floyd il 25 maggio scorso si era recato in un negozio per comprare un pacco di sigarette.
Floyd era un habitué in questo negozio, infatti il proprietario, Mike Abumayyaleh, lo conosceva. Sfortunatamente quel giorno Abumayyaleh non era presente e al suo posto c’era un ragazzo che invece non lo aveva mai visto. Dopo aver aver preso la banconota da 20$ di Floyd, il ragazzo si rende conto che è falsa e ,come da procedura ,chiama la polizia. Floyd al momento dell’acquisto era ubriaco e, a quanto dice il ragazzo, non era affatto pericoloso come dimostrato dai video divenuti virali sui social. All’arrivo dei poliziotti Floyd cerca di discolparsi e resiste blandamente alle manette. Dopo essere stato ammanettato si ribella e ,quando cercano di portarlo via con la volante , riferisce agli agenti di essere claustrofobico. La situazione è gestibile ma poi interviene l’agente di polizia Chauvin, lo blocca a terra e preme il suo ginocchio sul collo di Floyd per 8 minuti e 46 secondi. Floyd implora l’agente di smettere e dice ripetutamente “I can’t breath” (“non riesco a respirare”), l’agente però continua fin quando Floyd non respirerà più, mai più.
Gli agenti che erano di servizio con Chauvin sono rimasti impassibili davanti alla brutale e fredda uccisione di Floyd ma noi non possiamo e non dobbiamo rimanere impassibili.
Alcune testate giornalistiche riportano che Derek Chauvin, nel corso della sua ventennale carriera da poliziotto, ha ricevuto diverse denunce per uso eccessivo della forza e almeno una causa relativa ad un’accusa di violazione dei diritti costituzionali federali nei confronti di un detenuto.
George Floyd, né il primo né l’ultimo.
Casi come quello di Floyd sono già accaduti ma non hanno riscosso tutto questo “successo” mediatico. Basti ricordare Ahmaud Arbery ucciso, mentre faceva jogging,da due uomini bianchi (padre e figlio) lo scorso 23 Febbraio, Trayvon Martin, 17 enne ucciso il 26 febbraio 2012 a colpi di pistola da un investigatore di frode assicurativa mentre tornava a casa dal supermercato e ancora Breonna Taylor morta il 13 Marzo scorso dopo l’irruzione di due agenti nel suo appartamento che l’hanno uccisa con ben 8 colpi di pistola.
La lista non finisce qui, gli uomini di colore uccisi dai poliziotti dal 2013 al 2019 sono 7.666 persone. Quanti poliziotti sono stati condannati? Solo lo 0,3% (25 persone), l’1% (74 persone) è stato accusato ma nessuna condanna, il resto, il 98,7% (7.567 persone) sono risultati senza alcuna accusa.Fonte: Mapping Police Violence (mappingpoliceviolence.org)
Le ragioni di queste manifestazioni
Non si tratta di un uomo ma di structural racism (normalizzazione e legittimazione di una serie di dinamiche che avvantaggiano abitualmente i bianchi mentre producono risultati negativi per le persone di colore) in un paese che ha le sue radici nella schiavitù nera.
Non si tratta solo della vita di un uomo o del radicato razzismo presente negli USA ma delle libertà e concessioni che lo stato americano riserva ai poliziotti. Il movimento è stato più volte criticato dai Media americani che definiscono le persone che ne fanno parte criminali.
Lo stesso Trump ha dichiarato su Twitter che gli ANTIFA (antifascisti, movimenti di azioni, proteste e movimenti contro il nazismo, fascismo e la supremazia dei bianchi) saranno nominati dagli Stati Uniti come organizzazione terrorista.
Le manifestazioni
In questi giorni proteste e manifestazioni, pacifiche e non, sono dilagate per tutta l’America, arrivando in Francia e in Inghilterra.Centinaia di persone a Londra sono scese in piazza per protestare pacificamente mentre in America sono troppe le proteste finite in rivolte violente. Sono diventati virali ,su tutti i social media, video che riprendono i poliziotti inginocchiarsi e unirsi alle manifestazioni ma sono anche troppi i video che riprendono l’eccessivo uso della forza da parte dei poliziotti. Su tutti i social media ha spopolato l’hashtag @blacklivesmatter e diverse celebrità hanno preso parte a questo iniziative condividendo l’hashtag e oscurando i loro profili.A New York un ‘auto della polizia ha investito i manifestanti che la circondavano perché non volevano spostarsi. Lo stesso sindaco, Bill De Blasio, ha difeso pubblicamente i poliziotti poiché, a suo dire, era necessario. Nella capitale Washington, è arrivato l’esercito a sorvegliare le strade con carri armati. A Dallas, in Texas c’erano dei cecchini sugl’edifici pronti a sparare sulla folla.
Centinaia di manifestanti sono stati feriti dai poliziotti che spintonavano e spruzzavano gas lacrimogeni e altrettanti sono stati i poliziotti feriti durante scontri con i manifestanti. In tutto questo dov’era Trump? Il presidente era al sicuro in un bunker nei pressi della Casa Bianca.
La pandemia da nuovo coronavirus fa da scenario ad un momento quanto mai difficile per gli Stati Uniti.La morte di George Floyd ha riportato gli americani e il mondo intero al cospetto di una questione mai risolta, quella razziale. Ha riaperto il dibattito sulla condotta della polizia nei confronti degli afroamericani sulla scia del movimento Black Lives Matter nato nel 2016 proprio per denunciare e dire stop al razzismo.
Questo virus che sta attanagliando il mondo avrebbe dovuto spingere gli individui a momenti di riflessione e a nuove consapevolezze. Ci ritroviamo invece a fare i conti con questioni arcaiche e ancora irrisolte che ci allontanano da quel senso di solidarietà che tanto abbiamo ricercato e predicato durante il lockdown.
Nelson Mandela diceva “Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio.”
Nulla è impossibile !
Il gruppo vincenziano Carcere Vi.Vo., a fronte dell'emergenza Covid-19, dona agli istituti penitenziari di Poggioreale, Secondigliano e Pozzuoli
3 Aprile 2020
Chi sì?…Una commedia fresca ed avvincente
Tutto si svolge in uno scenario familiare, richiamando situazioni e vicissitudini di vita quotidiana che ben o male tutti potremmo vivere o nelle quali, indirettamente rispecchiarci. Una commedia brillante, comica e scorrevole degnamente portata in scena dalla compagnia Arteteka, con la regia di Salvatore Maraniello, impreziosita da stralci di Loris Avella e la collaborazione di Francesco Piccirillo. Un opera che fortunatamente non richiama temi già noti o monologhi mal riusciti che cercano di beffeggiare i grandi classici della commedia napoletana, ma che di contro, attraverso il riso, la spensieratezza e la fluidità riesce a toccare – grazie ad una regia presente- le corde più intime dell’animo di ognuno di noi, temi delicati e sui quali riflettere come: La demenza senile, l'encompresi adulta o l'incapacità di cogliere le informazioni inviate dai propri sensi. Ciò che ha dato brio all’intera messa in scena, la personalità che più di ogni altra sul quel palco è riuscita a creare empatia e familiarità, attraverso modi di fare per niente artefatti e capacità di calarsi nel personaggio in maniera totale e realista, è stata Rita Falibretti in una spettacolare Nanninella. "BRAVA, BRAVA, BRAVA"! .Studiati sono stati i momenti in cui doveva entrare in scena, una sorta di Jolly tutto partenopeo che diceva la cosa giusta nel momento più idoneo. Anche quando questa verità poteva sembrare scomoda o sopra le righe, Nanninella sapeva quello che diceva e lo faceva con una spontaneità così talmente tangibile che il personaggio ha reso la commedia divertente e frivola. Un personaggio che incarna la veridicità e la veemenza della classica donna napoletana, un incrocio tra Tina Rispoli – per colori e femminilità dirompete- e la donna dei quartieri che per non esser schiacciata da una società maschilista e dai tratti fortemente retrograda, deve farsi valere con un carattere combattivo e rigoroso. Giusti gli attori protagonisti Maria D’Andre che interpreta Angelica, molto realista e fortemente calata nel ruolo di una donna ormai stanca di una vita di sacrifici e di bugie salvifiche e Michele Iermano che incarna Filiberto. Due personaggi complementari, l’uno non avrebbe potuto esser dentro la parte nei migliori dei modi senza l’altro. Entrambi complessi da interpretare perché ripercorrono le fasi di una vita che ormai sta lasciando il passo al ricordo di ciò che è stato e dai tratti sbiaditi di esso indotti dalla vecchia.Un deterioramento che colpisce il corpo e la mente e che lentamente distrugge chi vi sta accanto come moglie e figli. Il protagonista maschile -nei panni di un uomo ormai incapace di intendere e di volere- entra in scene in determinati punti dei tre atti .Non recita monologhi strappalacrime per sottolineare il suo status mentale, ma si esprime in maniera ottimale attraverso l’utilizzo del mimica facciale e del canto, calandosi perfettamente in quello che il suo personaggio vuole esprimere a chi guarda. Verso questo personaggio, ciò che mi ha lasciata interdetta è stata la risposta del pubblico. E’ vero! è stata una commedia ridente, leggera ma che di fatto , dietro la maschera di un riso amaro, nascondeva tematiche importanti e di vita quotidiana. A tal proposito mi è sembrato fuori luogo la goliardia di un pubblico non attento in un particolare momento della commedia . Un istante scenico, nel quale chi stava osservando, silenziosamente avrebbe dovuto riflettere, non perdendosi in una risata che ha reso la scena buffa in un momento non richiesto. Bravi anche gli attori giovani, i tre figli della coppia : Loris Avella ( Tommaso), Mario Prete ( Aurelio) e Francesco Piccirillo (Riccardo) e il cugino Dario Guida, quest'ultimo irrompeva con ingenua sfrontatezza e piacevole atteggiamento nelle scene, spezzando così momenti che diversamente sarebbero potuti esser statici. I tre fratelli, sono stati valenti ad interpretare personaggi che avevano sfumature caratteriali diverse l’uno dagli altri, sono riusciti a calarsi drammaticamente in momenti in cui la verità scoperta, poteva rendere fredda la loro fratellanza, potevano odiare quella mamma che fino a quel momento gli aveva nascosto una realtà troppo grande da poter esser rivelata e potevano esecrare quel padre che oggi era in silenzio perché incapace, ma che quando avrebbe potuto e dovuto non ha fatto nulla per cambiare la sorte della loro vita. Alcuni i personaggi che ho riscontrato più scolastici nella messa in scena, quasi come seguissero alla lettera il copione, senza dargli corpo e spessore, ma che hanno comunque contribuito ad un ottimale resa della commedia: I due medici, parenti dei coniugi, la sorellastra Giulia interpretata da Giovanna Perelli e Francesco Peluso. Suggestiva la scena finale, una moglie che nonostante tutto difende un uomo che ha accettato di amare come figli propri chi non lo era davvero e l'abbraccio dei figli verso un padre che per amor loro ha deciso di tacere prima -quando avrebbe potuto parlare- e parlare con gli occhi dopo, quando invece la vita gli ha tolto la possibilità di chiedere venia a voce alta.
MARTINA GIUGLIANO
UNA BUONA IDEA
Una buona idea un titolo, un programma. Sarebbe stata un ottima idea se l’intera messa in scena si fosse focalizzata su uno dei due atti in cui si è svolta la commedia e svilupparne solo uno di esso, invece di portare a termine due quadri di cui uno -precisamente il primo- labile e quasi fuori luogo. Mi spiego meglio: Sabato 22 e domenica 23 Febbraio, al Teatro Santa Teresa di Napoli è andata in scena la commedia ”Una Buona Idea“ di Ferdinando Terrinoni con la compagnia Le Sberle. Una Brigata coesa, tutti attori amatoriali precisi, preparati e con un ottima presenza scenica e vocale . Anche i piccoli errori di copione del protagonista Filippo Percuoco interpretato da Ferdinando Terrinoni , non creavano disturbo perché è stato bravo a camuffare la caduta, a riprendere la scena ed il movimento in maniera perfetta. Questa volta però, paradossalmente a rovinare bravura e precisione non sono stati i singoli attori ma la messa in scena. Il primo atto totalmente scollegato al secondo, privo di personalità, difficile da comprendere nell’immediato, in quanto le scene autoriali venivano bloccate da stralci di video, che non solo irrompevano con una modernità che spezzava la sceneggiatura, la scenografia e il tempo storico posto in essere in palcoscenico che chiaramente riprendeva un ambiente elitario, elegante e degno di una famiglia in cui al vertice c’era un ex generale dell’esercitò, ma lasciavano all’osservatore una sorta di perplessità, una domanda ancestrale che tornava alla mente a fine di ogni clip : “ Cosa vorrà dire ?”.Ottima l’idea creativa dalla regia di costruire quasi delle gag sceniche, dei siparietti simpatici e allegri in cui la ritmicità, e lo spirito da musical la fanno da padrona ma se queste avessero avuto un senso, una logica . Il primo atto mi è sembrato quasi costruito in un secondo momento, alcune scene le ho percepite esser state create ad hoc per trasformare delle semplici battute in qualcosa che potesse avvicinarsi al tempo reale di un atto. Anche la presenza di alcuni attori, come ad esempio le tre suore "ballerine", il medico di base che recita un classico della letteratura italiana o il bambino irriverente mi sembravano esser stati aggiunti per creare solo dei tempi scenici più lunghi, ma non perché avessero un senso preciso. Savio e appropriato invece è stata la struttura del secondo quadro. Nella seconda parte ho visto il fulcro dei dialoghi, il perché dei video iniziali e un recitato da parte di tutti gli attori più consapevole, più spontaneo come se quella fosse la commedia vera e propria. Interessante il trio intorno al quale ruota tutta la sceneggiatura ovvero: Il protagonista nonché regista Terrinoni, il cameriere interpretato da Marco Schiattarella bravo come attore caratterista anche se in alcuni momenti un pò troppo eccessivo e sopra le righe e Camillo Milochi interpretato da Giuseppe Barbieri. In questo atto ho percepito la presenza e la guida della regia, un ironia studiata, precisa e spontanea allo stesso tempo. Punta di Diamante, oltre al protagonista - giusto nel suo ruolo e con un ottimo bagaglio di esperienza nel mondo della recitazione teatrale- è stato l’amico ritrovato dopo anni, il già citato Giuseppe Barbieri. Ha portato avanti il suo ruolo come se stesse interpretando se stesso, disinvolto, per niente stucchevole, divertente e privo di finzioni o filtri recitativi fino alla chiusura di sipario. Insomma un ottima compagnia, dal generale Evaristo Vinciguerra alla moglie interpretata da Caterina Laita, la quale ha incarnato in maniera egregia la rigida femminilità di una donna, moglie di un soldato . Un inflessibilità avvalorata da una voce a tratti stridula e spigolosa, ma in questo caso il timbro vocale non è stato un danno ma un valore aggiunto e ben canalizzato da parte della regia che, non avrebbe valorizzato, se le avesse affidato il ruolo di una dolce e romantica nobil donna.
MARTINA GIUGLIANO
Vado Via, il travolgente viaggio nelle voci di dentro di Massimo Nappi
Il romanzo d’esordio è stato presentato all’istituto di formazione Selform
Le voci di dentro vissute e metabolizzate da chi ha scelto come professione di analizzare quelle degli altri. Questo il filo conduttore del romanzo d’esordio di Massimo Nappi dal titolo: “Vado Via”.
Il volume edito da “Youcanprint ha come protagonista uno psicologo che dopo la morte dei suoi genitori si trova dall’altra parte della barricata e comincia a scavarsi dentro alla ricerca di quelle stesse risposte che quotidianamente cerca di fornire ai suoi pazienti.
Il lavoro è stato presentato nel corso di un evento ospitato dalla sala convegni dell’istituto di formazione Selform in via dell’Archeologia n. 54 ad Aversa.
La location più indicata per ospitare la presentazione: infatti l’autore, oltre a lavorare del reinserimento familiare e sociale dei pazienti con problematiche psichiatriche e psicologiche dettate dalla loro patologia, è docente di Tecnica Infermieristica e Sanitaria proprio in questa scuola.
Questi fantasmi... disciplinati.
Questi fantasmi! è una commedia in tre atti, scritta nel 1945 ed interpretata da Eduardo De Filippo il 7 gennaio 1946, al Teatro Eliseo di Roma, con la Compagnia «Il Teatro di Eduardo con Titina De Filippo». Fu la prima commedia di Eduardo rappresentata all'estero: il 7 giugno 1955 a Parigi, al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt, in occasione del "Festival internazionale d'arte drammatica". E con uno sguardo volto al passato e l' azione ai giorni d'oggi:
Venerdì 14 e domenica 15 al Teatro Santa Teresa, è stata portata in scena dalla compagnia amatoriale “C.M.S. MARIO SCARPETTA “con la regia di Mimmo Cacciapuoti. Una compagnia che nel rappresentare un classico della cultura teatrale partenopea si è dimostrata seria e disciplinata, lasciando solo al ricordo la confusione e l' esagerazione scenica di qualche mese fa. Una commedia che è stata bene interpretata da alcuni attori in scena ai quali avrei dato molto più spazio di quanto di fatti hanno avuto dalle scelte di regia
Ancora una volta, come avviene in molte commedie di Eduardo, il sipario si apre con il palcoscenico al buio. È la commedia della vita che sta per nascere dal buio. La luce fioca di una candela illumina lo stanzone d'ingresso di un appartamento che si intuisce molto grande. Il "guardaporte", il portinaio Raffaele, fa strada con la luce di una candela a dei facchini che stanno con grande fatica portando nell'appartamento pesanti suppellettili. I facchini stanno per tornare al pianterreno per portare gli altri mobili ma Raffaele, dopo aver in fretta aperto dei finestroni che illuminano lo stanzone, impedisce loro di scendere. Una trama intrigante ,piena di colpi di scena e anche di molti silenzi scenici che se mal dosati rischiano di rendere la commedia monotona e lenta.
Buona l' interpretazioni dell' attore caratterista Salvatore Forte che interpreta il portiere, Raffaele e Ida De Stasio che ha vestito i panni di Armida, la quale si è ben calata nella parte. Buona la dizione, così come l'impostazione vocale e i cambi di tono apportati al recitato, al fine di renderlo più o meno intenso rispetto all'emozione che voleva suscitare. Giusta anche la parte di Salvatore Rinaldi che nei panni di Alfredo è riuscito ad interpretare un uomo intransigente ma allo stesso tempo scaramantico ed inquieto. Coerente nelle movenze e nei tempi ; avrei solo cercato di intensificare il recitato creando più dinamismo con il timbro di voce, rendendolo più intenso in alcuni punto, cosi da creare ogni momento diverso dall' altro e non monotono come in alcuni tratti è apparso. A Colei che avrei dato più spazio perché' davvero brava a non far percepire alla platea la fatica di recitare in falsetto, segnata da una finta dislalia , è l' attrice caratterista Anna Scarnato che ha vestito i panni di Carmela, la sorella del portiere che - dal racconto dello stesso- aveva perso il senno dopo esser venuta in contatto con i fantasmi presenti nello stabile. Ottimi e davvero pieni di potenzialità i già citati e apprezzati attori giovani: Biagio e Sara Cacciapuoti. Una commedia senza ombra di dubbio complessa come tutte quelle poste in essere da Eduardo e che necessita di attenzione per esser comprese al meglio, per comprendere al cento per cento una morale intesa e dirompente al suo interno.
Martina Giugliano
COMUNICATO STAMPA
Venerdì 21 febbraio 2020 ore 17.30 Teatro Italia di Acerra, prima tappa del tour scientifico-divulgativo di EcoFoodFertility sui risultati di biomonitoraggio del progetto FAST (Fertilità, Ambiente, Alimentazione, Stili di Vita) “Un modello di intervento per la prevenzione dell'infertilita in adolescenti sani residenti in aree a forte impatto ambientale”.
Obiettivo dell’incontro è la comunicazione dei risultati dello studio di confronto su contaminanti sangue e sperma (metalli, IPA, PCB, diossine), stato di fertilita' maschile, biomarcatori ossidativi ed epigenetici nei giovani di Brescia-Caffaro, Valle del Sacco nel Frusinate e Area Nord di Napoli ed i relativi risultati sulle modifiche dello stile di vita e dell’intervento nutrizionale basato sulla dieta mediterranea con prevalenza di prodotti biologici e biodinamici al fine di migliorare gli indici di fertilità e mitigare l’effetto degli inquinanti ambientali sulla salute umana ("bonifica uomo inquinato").
Nel progetto finanziato dal Ministero della Salute all’ASL Salerno e svolto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Brescia, il CNR di Avellino, l’ENEA di Casaccia, l’Università di Milano e Napoli Federico II, è stato utilizzato il seme maschile come sensibile e precoce indicatore di Salute Ambientale e Generale, “Seme Sentinella”, per valutare quanto l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Stili di Vita influenzino la salute umana e quali misure di prevenzione adottare per ridurre il rischio di patologie riproduttive e cronico-degenerative nelle popolazioni più a rischio.
Lo studio è stato condotto negli ultimi due anni su oltre 400 giovani maschi sani dai 18 ai 22 anni non fumatori, non bevitori abituali, non esposti professionalmente, con indici di massa corporea omogenei, di tre aree ad alto impatto d’Italia: Brescia-Caffaro, Valle del Sacco nel Frusinate e Area Nord di Napoli. Sono stati esaminati in modo sistematico, diversi parametri biologici, biomolecolari e tossicologici nel seme e nel sangue al primo tempo (T0) per valutare le differenze nei gruppi reclutati fra le tre aree e i cambiamenti degli stessi parametri a 4 mesi dopo randomizzazione dei soggetti in un gruppo che ha osservato modifiche di stili di vita (attività fisica e alimentazione) ed un gruppo di controllo che non ha seguito modifiche di stili di vita.
Prossima tappa della presentazione sarà a Brescia il 9 Marzo.
Acerra, 13 febbraio 2020
Oggetto: Invito a partecipare al primo degli incontri pubblici del Tour scientifico-divulgativo del Progetto EcoFoodFertility nelle aree ad alto impatto ambientale in merito alla presentazione dei risultati del progetto di ricerca Ministero della Salute-ASL Salerno denominato “FAST” (Fertilità, Ambiente, Alimentazione, Stili di Vita): Un modello di intervento per la prevenzione dell'infertilita in adolescenti sani residenti in aree a forte impatto ambientali. Venerdì 21 febbraio 2020 ore 17.30 teatro Italia di Acerra.
L’associazione di Promozione Sociale a Scopo Scientifico EcoFoodFertility, iscritta all’Albo delle Associazioni di Promozione Sociale (n. 343 del 12/08/2015), nata per sostenere il progetto di ricerca omonimo nelle aree a rischio ambientale, oltre a promuovere e divulgare attività sui temi della Salute e Ambiente attraverso convegni, corsi di formazione in collaborazione con enti istituzionali, in questi ultimi anni è stata particolarmente attiva nel reclutamento sui territori, per progetti di biomonitoraggio come il progetto EcoFoodFertility stesso, il progetto SPES, il progetto EcoNutraPrevention e il progetto denominato “FAST” (Fertilità, Ambiente, Alimentazione, Stili di Vita): Un modello di intervento per la prevenzione dell'infertilità in adolescenti sani residenti in aree a forte impatto ambientale.
Quest’ultimo, partito dal progetto madre EcoFoodFertility, di cui ne condivide il fondamento di base nell’utilizzo del seme maschile come sensibile e precoce indicatore di Salute Ambientale e Generale, “Seme Sentinella”, per valutare quanto l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Stili di Vita influenzino la salute umana e quali misure di prevenzione adottare, è stato finanziato dal Ministero della Salute all’ASL Salerno e svolto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Brescia, il CNR di Avellino, l’ENEA di Casaccia, l’Università di Milano e Napoli Federico II.
Il progetto è stato condotto negli ultimi due anni su oltre 400 giovani maschi sani dai 18 ai 22 anni non fumatori, non bevitori abituali, non esposti professionalmente, con indici di massa corporea omogenei, di tre aree ad alto impatto d’Italia: Brescia-Caffaro, Valle del Sacco nel Frusinate e Area Nord di Napoli. Sono stati esaminati in modo sistematico, diversi parametri biologici, biomolecolari e tossicologici nel seme e nel sangue al primo tempo (T0) per valutare le differenze nei gruppi reclutati fra le tre aree e i cambiamenti degli stessi parametri a 4 mesi dopo randomizzazione dei soggetti in un gruppo che ha osservato modifiche di stili di vita (attività fisica e alimentazione) ed un gruppo di controllo che non ha seguito modifiche di stili di vita.
Il primo degli incontri pubblici del tour scientifico-divulgativo che toccherà tutte le altre aree dove si è svolto il progetto e dove verranno illustrati i risultati del Progetto FAST insieme ad altri già pubblicati su riviste internazionali e/o presentati in congressi nazionali ed Internazionali di EcoFoodFertility nonché quelli in corso di pubblicazione, è stato fissato per venerdì 21 febbraio presso il Teatro Italia di Acerra, ore 17.30.
La presente è per chiedere la Sua presenza, vista l’importanza dell’evento.
In attesa di risposta, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.
Acerra, 6 febbraio 2020
Presidente Associazione EcoFoodFertility
Responsabile Scientifico Progetto FAST ed EcoFoodFertility
Dott. Luigi Montano